Due adolescenti sono stati cacciati da una concessionaria d’auto; il giorno seguente arrivano le due Rolls-Royce del padre miliardario.

Indossavano semplici t-shirt bianche, shorts cargo e sneakers consumate. Niente orologio, niente logo di lusso, nulla che potesse attirare l’attenzione — o almeno non quel tipo di attenzione che stavano per ricevere. Le porte a vetri si aprirono con un leggero sibilo. L’aria all’interno sapeva di pelle nuova e di successo. Davanti a loro, auto di un altro mondo brillavano sotto le luci: Bugatti, Ferrari, Rolls-Royce. Uno dei ragazzi mormorò, con gli occhi spalancati:
— «Guarda quella… è la più bella.»
Indicava un’auto blu notte, perfetta, scolpita come un sogno. Sull’etichetta: 900.000 dollari. Ma prima che potessero avvicinarsi, una voce fredda li troncò di netto:
— «Posso aiutarvi?»
Un venditore si avvicinò, completo blu navy, scarpe lucide, sorriso irrigidito. Li squadrò dall’alto in basso.
— «Credo vi siate sbagliati posto, ragazzi. Queste auto non sono per… tutti.»

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Intorno, si udirono alcune risatine soffocate. I ragazzi si guardarono, confusi, poi il maggiore rispose timidamente:
— «Volevamo solo sapere se questi modelli partono davvero da…»
— «Da novecentomila dollari, sì,» lo interruppe il venditore con tono sprezzante. «Forse il negozio di biciclette è più alla vostra portata.»

Le risate si fecero più forti. I due fratelli, a disagio, abbassarono lo sguardo e uscirono senza dire una parola. Le porte si richiusero dietro di loro con un fruscio. Il più giovane strinse il manubrio della bici.
— «Perché ci hanno parlato così?»
— «Lascia perdere,» rispose il fratello a bassa voce. «Non torneremo più qui.»

Ma mentre stavano per salire in sella, una voce femminile li chiamò:
— «Aspettate!»

Una donna, elegante ma semplice, si avvicinava a loro. Camicetta color crema, pantaloni neri, sguardo gentile.
— «Volevate vedere l’auto blu, vero?»

I ragazzi annuirono.
— «Venite, ve la presento io.»

Spiegò loro i dettagli tecnici, il motore, il design, i materiali. Niente disprezzo, nessun giudizio. Solo una passione sincera.
— «Volete sedervi dentro?» chiese.

I ragazzi si scambiarono uno sguardo incredulo.
— «Davvero?»
Lei sorrise. «Certo. Ma con calma.»

Si sedettero, incantati, respirando l’odore della pelle.
— «Un giorno,» mormorò il più giovane.
— «Sì, un giorno,» rispose l’altro.

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